L’Abruzzo è la regione che da sempre sento come la mia seconda casa.
Il desiderio di esplorare questo territorio mi ha condotto a indagarlo, prima, e raccontarlo, poi, attraverso il linguaggio fotografico.
Negli ultimi 8 anni, l’intera provincia dell’Aquila è stata interessata da violenti fenomeni sismici che hanno delineato un territorio nuovo, che fa fatica a rimarginare le sue ferite a tal punto da aver cambiato, in alcuni casi, la sua identità.
Sono stati diversi i reportage fotografici che hanno documentato i tragici aspetti sociali del terremoto che ha colpito L’Aquila e la sua provincia nel 2009 e i suoi devastanti effetti sulla fisionomia del territorio.
L’attenzione della mia indagine si è focalizzata su altri “paesaggi” di questa tragica vicenda, su quei luoghi che, all’improvviso, hanno visto mutare la loro funzione, proprio perché non intaccati nella loro fisionomia dal sisma ovvero gli spazi che la Protezione Civile ha occupato dopo il fatidico 6 Aprile per allestire le are di accoglienza e le tendopoli.
Spazi nuovi, non familiari. Dei luoghi forzatamente condivisi dove ho immaginato fosse impossibile delineare confini e dove le popolazioni abruzzesi - già private della loro casa e, per molti, della memoria racchiusa ed identificata in essa – venivano ora private di ogni comodità e intimità, in un continuo stato di emergenza ed adattamento. Spazi aperti, ampi, luoghi di sosta indeterminabile, ma soprattutto, luoghi di salvezza.
Seppur a distanza, il profondo coinvolgimento emotivo vissuto in quei giorni ha rafforzato ancora di più, in me, il desiderio di raccontare questo territorio.
Il mio progetto e la ricerca sono iniziati con il reperimento dei dati e riferimenti ufficiali delle coordinate geografiche e topografiche delle aree scelte dalla Protezione Civile per l’allestimento delle tende dormitorio e dei servizi. Ciò mi ha permesso di ricostruire una mappa degli interventi dei soccorsi, per poi fotografare gli stessi luoghi allo stato attuale.
Il progetto è nato a Brindisi, in Puglia, dove vivo con la mia famiglia, e si è sviluppato con una serie di viaggi, realizzati tra il 2016 e il 2017, per documentare i luoghi racchiusi in queste pagine.
Un’esperienza che mi ha portato a vivere in prima persona, il terremoto del 24 Agosto 2016, di magnitudo 6.0, il cui boato che ha preceduto la scossa sismica ha squarciato la tranquillità della notte trasformandola in paura e sensazione di impotenza; ma è stata anche l’esperienza che mi ha permesso di esplorare una terra bellissima, l’Abruzzo, fatta di paesaggi incantevoli, emozionanti, e di persone splendide e coraggiose come le persone che hanno contribuito alla realizzazione di questo lavoro, Fulgenzio Ciccozzi, suo figlio Pierfranco e Concezio Salvi.
Il viaggio raccontato in questo libro parte proprio dalle coordinate geografiche dell’epicentro della scossa delle ore 3:32 della notte del 6 Aprile 2009: 42.334 Nord, 13.334 Est.
Riconoscimenti:
Patrocinio Morale dell'Amministrazione Provinciale dell'Aquila , Abruzzo, Italia
Festival Fotografia Europea 2017 , Reggio Emilia, circuito OFF, sezione web mostre online
Maggio 2018 il dummy 42.334N, 13.334E è stato selezionato nella SHORTLISTED PROJECTS del LUMA RENCONTRES DUMMY BOOK AWARD ARLES 2018
Giugno 2018 la pubblicazione "42.334N, 13.334E" è stata esposta nella sezione PhotoBook Show al Athens Photo Festival 2018, Atene
Incontri nazionali di fotografia Voghera Fotografia , dal 15 Settembre al 07 Ottobre 2018, a Voghera (www.vogherafotografia.it)
Progetto "42.334N, 13.334E" selezionato per la Call RICOSTRUZIONI ARCHITETTURA, CITTÀ E PAESAGGIO NELL’EPOCA DELLE DISTRUZIONI della TRIENNALE DI MILANO, in mostra dal 30 NOV 2018 - 10 FEB 2019, nella sezione Ricerche.
English text
Abruzzo is the region I have always perceived as my second home.
My desire to explore this territory has led me first to investigate it, and then to narrate it, through the language of photography.
In the last eight years, the entire province of L’Aquila has been affected by violent seismic phenomena which shaped a new territory, struggling to heal its wounds so much that, in some cases, its identity changed.
Various photo features have documented the tragic social aspects of the earthquake that hit L’Aquila and its province in 2009 and its devastating effects on the physiognomy of the territory.
The focus of my investigation has been centred on other "landscapes" of this tragic event, on those places which, suddendly, saw their function change, precisely because they had not been affected in their physiognomy by the earthquake; I am talking about the spaces civil protection occupied after that fateful 6th April to set up the reception centres and the makeshift camps.
New unfamiliar spaces. Places forcedly shared where I have imagined it to be impossible to draw boundaries and where Abruzzo’s people – already deprived of their home and, in many cases, of the memories contained in and identified with it – were now deprived of every comfort and privacy, in a constant state of emergency and adaptation. Wide open spaces, places where people stop indefinitely but, above all, places of salvation.
The deep emotional involvment lived in those days, although it was from a distance, has strenghtened even more, within me, the desire to narrate this territory.
My project and my research started with the finding of data and official references of the geographic and topographic coordinates of the areas chosen by civil protection to set up the dormitory tents and the services. This has allowed me to reconstruct a map of the rescue interventions, to then photograph the same places in the current situation.
The project was born in Brindisi, Puglia, where I live with my family, and has developed through a series of trips, between 2016 and 2017, to document the places included on these pages.
An experience which has led me to live directly the earthquake of 24th August 2016, with a magnitude of 6.0, whose rumble preceeding the tremor tore the quietness of the night apart, turning it into fear and a feeling of impotence; it was also the experience that allowed me to explore a beautiful land, Abruzzo, made of enchanting and touching landscapes, and of splendid and brave people, like those who contributed to the realisation of this work, Fulgenzio Ciccozzi, his son Pierfranco and Concezio Salvi.
The journey narrated in this book starts exactly from the geographic coordinates of the epicentre of the earthquake, which took place on the night of 6th April 2009 at 3:32: 42.334 North, 13.334 East.
The Dummy 42.334N, 13.334E by Mario Capriotti has been selected for SHORTLISTED PROJECTS FOR LUMA RENCONTRES
DUMMY BOOK AWARD ARLES 2018
Foto e video di Mario Capriotti, voce e audio di Fulgenzio Ciccozzi